Il braccialetto Pavlock
avverte con un colpo da 340 volt quando le transazioni digitali superano i
limiti di spesa. Un’idea che evidenzia un tema chiave, piace, ma ha ancora
molti limiti …

Di Mattia Schieppati    

Uno dei problemi – psicologici – della progressiva
smaterializzazione della moneta resa possibile in maniera sempre più accelerata
dalle novità del mondo digitale consiste nella «perdita di consapevolezza»
sull’utilizzo del denaro. Affidare a wallet digitali e app il traffico delle
uscite correnti, infatti, potrebbe far smarrire il conto complessivo delle
spese day-by-day. Si tratta della stessa questione sollevata quando le carte di
debito e di credito cominciarono a entrare in modo massiccio nella pratica
corrente sostituendo via via il cash, ma potenziato dal fatto che oggi le
possibilità di pagamento che passano soprattutto attraverso i device mobili
(smartphone soprattutto) sono svariate, tutte molto pratiche e immediate, e
tutte talmente “leggere” da avere un impatto quasi nullo sulla coscienza
dell’utente. Che rischia così, a fine mese, di rimanere “fulminato” quando
riceve i resoconti complessivi dei diversi strumenti digitali attivati.
Una soluzione – drastica ma
probabilmente efficace – per i disordinati cronici e per gli spendaccioni
compulsivi è quella proposta (in via sperimentale) dall’azienda britannica Intelligent
Environment
che ha presentato il prototipo di Pavlock, un braccialetto in tutto e per tutto
identico ai digital weareable in grande diffusione che, costantemente
connesso con tutti i “canali di uscita” dell’utente (carte di credito, conti
correnti bancari, ma anche wallet digitali e app per pagamento), rilascia una
scossa elettrica da 340 volt quando si supera la soglia di spesa programmata.
Un “pizzicottone” che ci invita a frenare o, quanto meno, a ragionare sulle
soglie che ci siamo posti. Una sorta di riflesso incondizionato (lo stesso nome
del device gioca con il nome del fisiologo russo Ivan Pavlov, che lo teorizzò).
Pavlock è stato lanciato a
inizio 2015 come wearable da utilizzare per tenere sotto controllo altri “vizi”
legati all’eccesso, come il fumo o il consumo di junk food; l’estensione al
campo finanziario è invece ancora in via di sperimentazione e sviluppo.
Il progetto è stato proposto
sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo e ha riscosso un grande
successo: a fronte di una richiesta di 10 mila dollari, ha raccolto tra i
sottoscrittori la cifra di 250mila dollari. Stando alla disponibilità dei
piccoli finanziatori diffusi, insomma, l’idea piace e va a colmare un’esigenza
sentita e reale.
Bella e divertente l’idea,
interessante il problema che pone. Restano però evidenti le criticità.
Innanzitutto, perché il meccanismo funzioni è necessario che banche, circuiti
di carte e wallet vari mettano in condivisione i propri dati quelli del singolo
utente con una realtà terza (la stessa Intelligent Environment), questione che
solleva diversi problemi a livello di privacy.
Il
secondo aspetto è quello medico: la scossa, anche lieve, può generare
effetti anche pericolosi sul fisico (pensiamo a chi porta bypass cardiaci, per
esempio…). Sul sito di Pavlock c’è il suggerimento a «consultare un medico
prima e durante l’uso del dispositivo», ma pare un po’ troppo soft come
indicazione per sollevarsi dalla responsabilità.