Nel report della Fed emerge una dicotomia: mentre le app di banking registrano numeri importanti (il 43% usa la banca con il cellulare), i consumatori Usa si mostrano freddi sui sistemi di pagamento da smartphone. Con un robusto 27% che mostra preoccupazioni sulla sicurezza 

Di
Mattia Schieppati 

Niente enfasi da innovazione a tutti i costi, nessuna
celebrazione di un futuro ormai prossimo fatto di smaterializzazione e
telefonino tuttofare. Piuttosto, una sana dose di realismo e un’analisi che
parte dai dati numerici, riportando un attimo con i piedi per terra analisti e
visionari. Il report Consumers and
Mobile Financial Services 2016, l’analisi realizzata dalla sezione Consumer
and Community Development Research della Federal Reserve statunitense, in
collaborazione con l’istituto Gfk, ha misurato per il 5° anno (l’attività di
indagine viene svolta e pubblicata dal 2011) lo stato di salute del mobile
banking e la propensione all’utilizzo di sistemi di mobile payment da parte dei
consumatori americani (la ricerca è scaricabile gratuitamente qui: www.federalreserve.gov/publications/default.htm). 

Mentre
cresce il mobile banking …

A emergere con chiarezza è il fatto che se sul fronte del
banking si può parlare di una ormai molto diffusa “alfabetizzazione
digitale” degli utenti-clienti di banche, altrettanto non si può dire per
quanto riguarda la propensione all’utilizzo del combinato smartphone-app quando
si tratta di muoversi nei campi dei pagamenti.

Per quanto riguarda la familiarità con lo smartphone la
popolazione statunitense rappresenta una platea ormai matura, ma che continua
comunque a crescere anno su anno: il 77% della popolazione possiede uno
smartphone, era il 71% nel 2014 e il 61% nel 2013. Un balzo importante, in soli
due anni. Così come cresce il ricorso ad attività di mobile banking, che nel
2015 ha riguardato il 43% degli utenti (39% nel 2014, 33% nel 2013). Attività
che non si limita alla consultazione del proprio conto, ma riguardi anche
attività dispositive e operazioni più complesse: il dato importante è infatti
quello che indica come il 58% degli utenti effettui trasferimenti di denaro
(bonifici, ecc.) attraverso il proprio conto via mobile.

La confidenza con le app di gestione delle banche è ormai
alta e, aspetto interessante, le funzioni da mobile non sono considerate come
lo strumento che annulla l’importanza di avere una filiale fisica di
riferimento, ma è una «comodità» che rientra nel mix di piattaforme che la
banca mette a disposizione, senza cannibalizzare altri punti di accesso. Gli
analisti della Fed non fanno commenti, si limitano al dato oggettivo, ma questo
tipo di numeri dichiara abbastanza esplicitamente che il tipo di comunicazione
messo in campo dalle banche Usa e in generale le modalità con cui i clienti
sono stati abituati a fruire dei servizi da mobile stanno portando ottimi
frutti. 

… 2 ragioni
frenano il mobile payment

Profondamente diverso, invece, l’altro lato della medaglia,
quello che riguarda l’area dei pagamenti attraverso nuovi device e nuove
tecnologie. Nonostante la grande quantità di comunicazione che ha riguardato
questo mondo (sistemi di wallet e di payment digitali sono stati messi in
campo, nell’ultimo biennio, da tutti i top player dell’industria Ict, da Google
a Apple e a Samsung) la penetrazione relativa all’utilizzo di funzioni di
mobile payment è ancora molto bassa: solo il 24% effettua pagamenti con il
cellulare, nelle varie modalità possibili (Nfc, ecc.). Un dato che fa
riflettere, dal momento che proviene dal Paese che ha “inventato” la
rivoluzione digitale e che soprattutto per cultura è già da decenni abituato a
sistemi di pagamento che hanno superato il contante.

Il motivo della freddezza con cui è stata accolta la
possibilità di pagare con lo smartphone? Per l’80% degli intervistati, molto
semplicemente, perché “è più comodo
pagare con contanti o con carte di credito o debito
. E, rispetto a questa
obiezione, forse l’industria del payment può ancora lavorare per recuperare
terreno.

Più preoccupante la seconda motivazione prevalente del no ai
pagamenti da smartphone: il 67% non ricorre a questi strumenti perché
preoccupato di questioni legate alla
sicurezza dei sistemi di transazione.

Ed è proprio al tema della sicurezza delle transazioni via
smartphone che il report dedica un ampio approfondimento, partendo
dall’osservazione che, mentre tutti gli altri indici della ricerca mostrano un
incremento in positivo, la convinzione che nei processi via mobile permanga
«qualcosa di non sicuro» rimane costante nella popolazione: 27% nel 2015, 28%
nel 2014, 27% nel 2013. Nonostante i progressi della tecnologia e l’impegno
sempre maggiore proprio sul fronte della sicurezza la percezione del rischio non tende insomma a calare.

Il
pagamento è davvero user friendly?

Altri dati importanti quelli che dimostrano come, nel
percepito diffuso, non sia poi così chiaro come funzionano i diversi sistemi di
pagamento da mobile (36% delle risposte), o siano considerati eccessivamente
complicati o «time consuming» da gestire e da usare (34%). Qualcosa è mancato,
insomma, sia sul fronte del rendere friendly nell’utilizzo le app di pagamento,
sia più in generale sul fronte dello spiegare in maniera netta e ingaggiante
l’esistenza e il funzionamento dei diversi tipi di sistema. Risposte che certo
non ti aspetti dalla «patria» della recente rivoluzione digitale. Vuoi vedere
che il gap dell’Italia su questo tema può ancora essere colmato?