Mattia Schieppati

«Buongiorno, pago con Google».«Benissimo mr. Schieppati, arrivederci, grazie per aver fatto acquisti da noi».Questo potrebbe essere il dialogo alla cassa di un qualsiasi negozio di qui a due anni. Niente mano al portafoglio, niente monetine che cadono goffamente, niente equilibrismi per tenere in una mano sacchetti, telefono, guinzaglio del cane mentre con l’altra si rovista nella borsa alla ricerca delle banconote o della carta di pagamento. E addirittura niente telefonino avvicinato al Pos per effettuare un già rivoluzionario pagamento con sistema Nfc. Basteranno un saluto, un sorriso, et voilà la transazione è effettuata e l’importo dell’acquisto direttamente addebitato sul proprio wallet virtuale. Mantenendo le mani libere.

Mani liberi per Google

Si chiama proprio Hands Free il nuovo sistema di pagamento (attraverso un’app) messo a punto nei laboratori di Google che, dopo un anno di annunci e attesa, vede ora la sua prima sperimentazione concreta in alcuni punti vendita a San Francisco. Un’idea che mette a sistema diverse tecnologie che già equipaggiano il nostro smartphone e le finalizza in un nuovo sistema di pagamento che utilizza i dati biometrici , in particolare il riconoscimento facciale del soggetto . In pratica, attraverso wi-fi e geolocalizzazione gps, l’app caricata sullo smartphone “comunica” al negozio che nel punto vendita è presente il sig. Rossi, cliente abilitato all’utilizzo dell’app Hands Free. Quando il sig Rossi arriva alla cassa, senza nemmeno il bisogno di estrarre il telefono dalla tasca, al negoziante basterà confrontare l’immagine attraverso la quale un’apposita telecamera/scanner traccerà il volto del cliente che si trova di fronte con l’immagine che il sistema di cassa automaticamente gli propone, per autorizzare il pagamento digitale. Effettuato il pagamento (attraverso il sistema già operativo di Android Pay), l’immagine si cancella immediatamente, conservando i diritti di privacy del cliente (Google lo specifica in maniera quasi ossessiva: il sistema non consente al negoziante di conservare i dati del cliente, e i dati non verranno trasmessi e immagazzinati nei server di Google). Altrettanto immediatamente, il cliente riceve sul propri telefonino un’alert che lo avverte del pagamento effettuato. Arrivederci e grazie.

Nella versione in fase di sperimentazione nella parte sud della San Francisco Bay Area , presso locali come McDonald’s , Papa John’s e alcuni altri, al cassiere è attualmente richiesto di partecipare attivamente all’identificazione controllando le iniziali di nome e cognome e la corrispondenza tra la persona che hanno davanti e quella nella foto utilizzata per iscriversi al servizio, un livello di “intervento umano” necessario per comprendere reazioni e possibili “bachi” del sistema elettronico di identificazione lungo tutto il processo. Ma intanto Google sta sviluppando un sistema automatizzato basato appunto su una telecamera che catturerà l’immagine dell’avventore e ne comparerà i tratti salienti con quelli dell’immagine depositata nella banca dati al momento del download dell’app e dell’iscrizione al sistema.L’idea, molto suggestiva, è destinata di sicuro a dare un’ulteriore spinta allo sviluppo del sistema dei pagamenti elettronici “di prossimità” e rappresenta un passo avanti in uno scenario su cui avevano tentato percorsi simili, nei due anni passati, sia PayPal che Square. Tentativi naufragati per il poco successo riscontrato presso i negozianti e le catene commerciali durante la fase di raccolta di disponibilità ad aderire a questo sistema. Ma Google ha di sicuro una forza di penetrazione e di persuasione maggiore (basti pensare che tra le catene già coinvolte nella fase di test c’è McDonalds’).

Per MasterCard si paga col selfie

Intanto, all’ultimo Mobile World Congress di Barcellona anche un operatore “tradizionale” dei pagamenti come MasterCard ha annunciato la sperimentazione di Selfie Pay , l’app che consente di effettuare pagamenti online usando come chiave di identificazione un selfie. Scaricata l’apposita applicazione su pc, tablet o smartphone, una volta inseriti in fase di pagamento di un acquisto effettuato online i dati della carta di credito, per perfezionare il pagamento anziché digitare un codice pin sarò possibile autenticarsi o attraverso un’impronta digitale o appunto con un autoscatto .

Chi sceglie questa seconda modalità, dovrà avere l’accortezza di muovere le palpebre davanti alla fotocamera, per dimostrare che chi sta effettuando il pagamento non stia cercando di ingannare il sistema di riconoscimento utilizzando foto rubate a un’altra persona posizionate davanti alla telecamera. Questo sistema è già stato sperimentato in Olanda e negli Stati Uniti e secondo quanto annunciato dovrebbe essere disponibile anche in Italia dalla prossima estate.