Deloitte analizza i possibili sviluppi del rapporto tra banche e Fintech nell’ambito dei sistemi di pagamento e lancia la sfida: entrare nella mentalità della “bank as platform”, ossia la banca che diventa player digitale collaborando con terze parti che sviluppano app attorno ad essa. E con al centro la Customer Experience
Mattia Schieppati
La digitalizzazione dei sistemi di pagamento, e la diffusione quasi virale di sistemi sempre più smart che passano – principalmente – attraverso mobile app, sta cambiando rapidamente le regole del gioco nel mercato dei pagamenti. E mentre da un lato è richiesta una capacità di investimento immediato in sistemi e servizi evoluti, dall’altra i player tradizionali devono anche ragionare in maniera strategica confrontandosi con nuovi attori provenienti dal mondo digitale.
Sicuramente, più di ogni altro, quello dei sistemi di pagamento è l’ambito in cui l’ormai ricorrente dibattito sulla possibilità o meno di un’alleanza (coopetition) tra banche e Fintech, piuttosto che uno scontro all’ultimo sangue (competition nuda e cruda) vede il suo banco di prova primario.
I sistemi di pagamento digitali, via app o attraverso sistemi Nfc degli smartphone, rappresentano infatti un enorme balzo in avanti in termini di praticità e facilità di utilizzo da parte degli utenti, e quindi le banche e i circuiti di pagamento tradizionali si trovano nella necessità di offrire servizi altrettanto performanti, pur non avendo spesso tra le expertise specifiche interne le capacità di digitalizzazione immediata dei servizi che è invece il punto di forza delle Fintech.
È questo lo scenario in cui si inseriscono la riflessione e l’analisi sviluppate in occasione di “Payment 2020. I trend evolutivi della payment industry”, workshop organizzato a Milano da Deloitte e Oracle, che ha misurato l’impatto di questa sfida sulle banche tradizionali. «Entro il 2020 le banche potranno perdere sino al 29,5% dei ricavi del business dei pagamenti rispetto ai livelli raggiunti nel 2015», è la quantificazione, spietata, fatta da Deloitte considerando l’aggressività dei nuovi player digitali in questo mercato.
Il balzo degli instant payments
Un mercato destinato a crescere con cifre importanti (vedi grafico). Quello degli instant payments, secondo i calcoli di Deloitte, entro i prossimi 5 anni si aggirerà in Italia intorno ai 300 milioni di euro, che saliranno a 500 milioni entro 7 anni (vedi grafico).
L’analisi, oltre ad offrire uno spaccato interessante sul segmento degli instant payment, traccia i confini all’interno dei quali si sta giocando questa sfida, evidenziando le possibilità di sviluppo per le banche e per i circuiti tradizionali di pagamento. «Le banche non potranno limitarsi a ottemperare ai requisiti normativi – la PSD2 mira a favorire lo sviluppo di un unico corpus di norme integrato a livello comunitario – ma dovranno competere offrendo nuovi servizi, consapevoli che nuovi player Fintech lo faranno. La sfida è quella della “Bank as a platform”: ovvero, la banca diventa un player digitale collaborando con terze parti che sviluppano app attorno ad essa», osservano i ricercatori.
Un cambio di mentalità significativo, che chiama la banca ad “aprirsi” e diventare una piattaforma che accoglie e valorizza, servizio per servizio, il meglio che lo scenario delle imprese digitali è in grado di sviluppare.
I trend evolutivi della payment industry
L’analisi di Deloitte individua 5 trend, ovvero gli scenari competitivi più rilevanti dei prossimi anni relativi all’industria dei pagamenti digitali:
- Uno dei problemi in essere è la grande frammentazione dei servizi e degli operatori. Il trend sarà quindi quello del consolidamento all’interno di hub in grado di gestire grandi volumi di pagamenti per esigenze di riduzione costi.
- Servizi evoluti, esperienze consumer ed esigenze delle corporate richiedono sempre più delle soluzioni di pagamento real time.
- Si affacceranno al mercato Payer Fintech sempre più strutturati in grado di offrire soluzioni verticali di eccellenza su diverse aree tematiche legate al mondo dei pagamenti.
- I volumi crescenti di dati costituiscono un’opportunità per banche e Fintech (OTT in primis) di attivare servizi personalizzati.
- Le principali istituzioni finanziarie stanno sviluppando degli use case pilota legati alle blockchain, in particolare per i cross border payments, per il trade finance e per i pagamenti per le Pmi.
La customer relationship è determinante
Al centro di ogni ragionamento sta, come indicato, il tema della relazione con il cliente: un cliente sempre più esigente, e sempre più pronto a “tradire” seguendo e sposando chi, in quel momento, gli offre il servizio più comodo e rapido. Per questo, indica Deloitte, «l’atto di pagare sarà sempre più trasparente e frictionless per il cliente: è importante in tal senso che vengano introdotti modelli di organizzazione, gestione e controllo che non penalizzino la user experience». Inoltre, «la personalizzazione dei prodotti a livello di singolo individuo sarà sempre più realizzata grazie agli analytics; saper raccogliere, organizzare, leggere e mettere a frutto i big data sarà quindi la chiave dello sviluppo».
Instant payments, 3 sfide per il mercato italiano
L’analisi di Deloitte individua anche quelle che sono i punti chiave che le banche dovranno saper affrontare, attrezzandosi internamente o sviluppando alleanze con le Fintech su questi fronti.
- Adoption. La ancora non completa comprensione del significato di Instant Payments e la limitata diffusione dei front end è una sfida determinante per il successo nei confronti dell’utente finale.
- Interoperabilità. I dubbi sull’interoperabilità rallentano i processi decisionali di scelta degli operatori del nostro mercato.
- Competitività. Un’eccessiva frammentazione dei player tra iniziative concorrenti rende meno competitive e potenzialmente non sostenibili le stesse.