Al Salone dei
Pagamenti riflettori puntati sulle innovazioni provenienti dal mondo della
grande distribuzione. E’ il caso dell’app Walmart Pay, che permette  di
effettuare pagamenti digitali nei 4.600 store americani del più grande retailer
del mondo, senza passare da nessun terminale. Con due vantaggi immediati,
fidelizzazione e grande raccolta di big data. E un fortissimo stimolo alle
transazioni via mobile …

Di Mattia Schieppati

Secondo Fortune,
quella che Walmart ha posto – lanciando con validità in tutti i suoi 4.600
punti vendita negli Stati Uniti una app di pagamento proprietaria – è «una
pietra miliare» (leggi qui). Definizione
impegnativa, se si considera il potere economico di quello che è da anni il
gruppo leader della grande distribuzione negli Usa, che vede entrare nei propri
store circa 40
milioni di clienti ogni settimana
. Annunciata lo scorso
dicembre, lanciata in alcuni punti vendita di Kansas, Arkansas e Missouri in
via sperimentale lo scorso marzo e da inizio luglio utilizzabile in tutti gli
store da New York a San Francisco, Wallmart Pay è l’app per device mobili che
consente di scansire il codice a barre dei prodotti presenti sugli scaffali
Walmart con il proprio smartphone e, al termine della spesa, pagare attraverso
la stessa app e un Qr code autogenerato prima di uscire dal punto vendita,
senza fare code alle casse. Per il pagamento, l’app si appoggia su qualsiasi carta di
credito, di debito o prepagata
venga impostata dall’utente; i dati
relativi alla transazione e ai codici di accesso non vengono conservati nel
device, ma sono al sicuro nel server Walmart, quindi inaccessibili a
malintenzionati in caso di furto dello smartphone o di hackeraggio del singolo
device.

Una soluzione del
genere è già stata sperimentata, sempre negli Usa, da altre catene della grande
distribuzione, come Target e CVS Health, ma la praticità di
utilizzo e la flessibilità (il fatto di essere compatibile sia su sistemi iOs
che Android, con tutti i circuiti di pagamento e potenzialmente con altri
wallet digitali – si vocifera di un imminente accordo con Apple Pay – non pone
limiti al suo utilizzo), ma soprattutto l’estensione del numero di punti
vendita in cui il sistema può essere utilizzato, fanno di Walmart Pay un newcomer rivoluzionario. Perché, come si può
ben immaginare, la possibilità di pagare rapidamente e senza fare code è solo
una delle potenzialità che l’applicazione consente, sia all’utente che alla catena.

Cliente felice (e fidelizzato)

Per il cliente migliora la in-store experience: lo smartphone
segnala prodotto dopo prodotto qual è il livello di spesa raggiunto, e
soprattutto, come detto, consente di pagare attraverso un sistema one-click-pay prima di uscire dal
punto vendita. Per l’azienda, i vantaggi sono svariati: la facilità di
acquisto, già di per sé, aumenta la propensione all’acquisto e la
fidelizzazione alla catena. Poi – anzi, soprattutto – in questo modo la catena conosce in tempo reale le
abitudini d’acquisto di ogni singolo cliente
: il che significa da
una parte razionalizzare
sul medio termine  tutta la filiera degli acquisti e del magazzino
, dall’altra è in
grado di proporre suggerimenti, scontistiche, facilitazioni mirate (se l’app ha
registrato che sono un accanito consumatore di sgombri in scatola, quando ci
sarà un cut price sugli sgombri sarò il primo a essere informato …).

Non solo:
l’interazione tra suggerimenti della catena e abitudini d’acquisto dell’utente
può dar vita a liste
della spesa automatizzate e ricorrenti
. Come ognuno di noi
ha sperimentato, gli acquisti al supermercato rispondono a una metodica routine
che di rado prevede variazioni: a questo punto, può essere il supermercato
stesso che mi sottopone una lista di acquisti, io la scorro, la confermo magari
con qualche piccola modifica, e poi pago la spesa direttamente tramite l’app,
mentre sono in ascensore e sto uscendo dall’ufficio, quindi passo a ritirarla
bella e pronta o – a scelta – me la faccio recapitare a casa proprio quando
arrivo. A fronte di tutte queste comodità che mi vengono offerte “in
automatico”, perché mai dovrei perdere tempo ad andare a fare la spesa in
un altro store? Ecco che – per Walmart – il gioco è fatto.

«Attraverso la app, stiamo costruendo con i nostri clienti
delle relazioni molto profonde all’interno del nostro ecosistema di servizi
», ha dichiarato il
vice presidente di Walmart, Daniel Eckert, confermando che al di là dei
tecnicismi legati al metodo di pagamento questo sistema è innanzitutto un
progetto che mette il cliente e i suoi (nuovi) bisogni al centro. Secondo
aspetto, anche questo di non poco conto, gli utilizzatori della app sono in netta
maggioranza under 30
, il che significa che attraverso questa digitalizzazione
la “vecchia” catena di supermercati può essere in grado di strappare
clienti al vero grande rivale in questa fascia d’età, ovvero Amazon.

Sempre più pagamenti “in
person”

I dati, se pur ancora
molto acerbi, dicono che il cliente apprezza e la strada è molto probabilmente
quella giusta: già alla seconda settimana il servizio di pagamento via app è stato utilizzato dal 45% di clienti in
più rispetto alla settimana di lancio
e che l’88% delle
transazioni è stato effettuato da clienti abituali. Percentuali destinate a crescere,
se, come indicano i dati di una recente ricerca firmata Forrester Group, i
sistemi di pagamento “in person”, ovvero effettuati tramite app
proprietarie direttamente dal cliente al momento dell’acquisto, sono destinati
a crescere in maniera esponenziale (negli Usa, dai 10 miliardi di dollari del
2016 ai 34 miliardi del 2019).

Nfc (già) in pensione?

Anche in seguito a questi
dati, Eckert ha confermato che l’azienda non ha intenzione di dotare i propri
store di terminali per il pagamento Nfc, andando così in controtendenza
rispetto a quanto sta succedendo nel retail mondiale e facendo sorgere il
sospetto che le app di pagamento proprietarie possano a breve – prima ancora
che si affermi come standard – finire per cannibalizzare nella culla i sistemi
di pagamento contactless che sembravano invece fino a ieri giunti al loro
momento di gloria.