Intervistiamo Giuseppe Incarnato, Amministratore Delegato di I.G.I. Investimenti Group, fondo di private equity specializzato nell’internet industry.

Ci racconta la Sua esperienza nel settore?

L’evoluzione dei sistemi di pagamento sta portando a un meccanismo di transazione che ha una nuova e uniformante caratteristica: la virtualità. E l’obiettivo - si badi bene - è uno solo: la riconquista della libertà della moneta di muoversi e scambiare in maniera anonima e liberamente.

Assistiamo a un processo di digitalizzazione e virtualizzazione della moneta che tra BITCOIN e similari, utilizzando le tecnologie di blockchain, garantisce blindatura ai processi.

Il modo con il quale paghiamo oggi ciò che vogliamo e in cui veniamo pagati per le nostre prestazioni potrebbe cambiare in maniera radicale nel giro di pochissimo tempo.

L’opzione è se indosseremo lo smartphone o qualcosa di simile. Non se avremo un portafogli come quello che oggi vediamo. Sarà tutto elettronico. Tutto virtuale insomma.

L’economia è digitale e allora anche la ricchezza è virtuale. Tutto può essere molto più semplice grazie alla tecnologia.

Oggi le economie viaggiano in rete e conseguentemente anche le monete.

Cosa vuole dire che le economie viaggiano in rete?

La quota crescente di scambi che avviene in via remota sia di natura economica che relazionale è un indicatore del trend che ci porterà a virtualizzare il nostro modo di vivere.

Oggi si comunica via WhatsApp, ci si parla via Skype, si chatta con i social network, si lavora in cloud, si archivia il sapere e si produce in rete, ci si innamora in maniera virtuale, si commercia e si decide on line. Viene lasciato solo l’ultimo pezzo fisico che è la consegna e solo per alcune cose. Anche la fabbricazione degli oggetti vede il governo dei processi in via virtuale attraverso i sistemi di Internet Of Things.

Immaginare che i sistemi di pagamento possano continuare ad essere fisici, nazionali, rigidi è come porre argini ad un fiume in piena.

La ricchezza è fluida. Si sposta molto più velocemente. Se si ha un codice identificativo univoco come, ad esempio, il semplice codice fiscale basterà comunicare tale codice per la ricerca e tutto può avvenire in via virtuale. Non passerà molto che neanche il codice fiscale sarà necessario perché si sarà identificati con qualcosa di corporeo tipo impronte digitali o altro della specie.

Secondo Lei ciò aumenta la sicurezza delle transazioni?

Assolutamente sì. Elimina ogni forma di rischio connessa al furto di identità o al furto dei supporti. Se non abbiamo banconote nessuno può rubare banconote, insomma.

Ma vi è di più. Il completamento della trasformazione dei sistemi di pagamento porterà a una trasformazione del concetto di ricchezza come oggi è inteso.

Oggi noi siamo abituati a considerare la ricchezza come qualcosa che deve esistere. Di fisico. Posseggo 1.000.000 di euro in banca o sotto il materasso e quindi ho questa ricchezza.

Io vedo in un futuro prossimo la trasformazione dei sistemi di pagamento verso la quantificazione spazio temporale della ricchezza. Posso pagare perché possiederò una ricchezza sulla base del mio essere socio-comportamentale.